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Criteri e metodologie d’intervento per la tutela nei minorenni nelle separazioni gravemente conflittuali

30 Apr

INTRODUZIONE
Gloria Soavi
Presidente CISMAI

“Quando si incontrano mio papà sembra un leone, la mamma una tigre, io vorrei volare via su un tappeto volante” (Marco, 5 anni)

I percorsi separativi e di divorzio particolarmente complessi e gravemente conflittuali sono aumentati nel corso degli anni e arrivano all’attenzione dei professionisti della cura e dei servizi preposti alla tutela dei bambini e delle bambine sempre più frequentemente, mettendo gli operatori in gravi difficoltà.
Il rischio più grosso è che il conflitto fra i genitori occupi tutta la scena e che il bambino con le sue difficoltà, esigenze, bisogni e sofferenze rimanga sullo sfondo. Gli adulti, infatti, in preda ai propri bisogni emotivi, alle frustrazioni subìte, occupati a difendere ciascuno il proprio orgoglio ferito, “dimenticano” i figli.
Genitori incapaci di mettere in primo piano i bisogni del figlio o di non confonderli con i propri, danno esempi dolorosi e, a volte, drammatici di incapacità di cooperare insieme, che generano disagio e situazioni di forte sofferenza.
Il Cismai, da sempre attento alla condizione dei bambini e delle bambine, ha dedicato uno spazio di studio e ricerca al tema delle separazioni gravemente conflittuali mettendo al centro i bisogni dei bambini, il rischio che corrono di essere maltrattati psicologicamente e i doverosi percorsi riparativi, fornendo orientamenti utili agli operatori per affrontare efficacemente le situazioni nella loro complessità.
Riteniamo infatti importante, avere percorsi chiari e precisi a cui riferirsi, per evitare prima di tutto che l’alta conflittualità, che rischia di coinvolgere tutti gli attori, sia prossimi alla coppia, sia i professionisti che a vario titolo se ne occupano (consulenti, avvocati, ecc.) sia gli operatori, impedisca di intercettare adeguatamente il disagio dei bambini.

Sappiamo che le conseguenze sullo sviluppo emotivo e cognitivo dei figli che sperimentano un’alta conflittualità nella coppia genitoriale, e quindi una disfunzionalità nella gestione della genitorialità e della relazione con i figli, sia prima che durante e dopo la separazione, sono state oggetto di studio nella psicologia dell’età evolutiva. In particolare è stato messo in evidenza come le interazioni disfunzionali fra i genitori influenzino negativamente lo sviluppo della mentalizzazione (Fonagy, Target, 1997), della intersoggettività (Stern, 2004) e della regolazione affettiva (Fivaz et altri, 1999), in quanto l’ambiente emotivo proprio delle famiglie conflittuali è meno flessibile e differenziato, ed espone i figli ad una condizione di sofferenza e rischio psicopatologico. Sappiamo anche che di fronte a situazioni particolarmente gravi e durature nel tempo si possono configurare forme di traumatizzazione, anche con una presenza di sintomi emotivi e comportamentali, che vanno attentamente valutate e trattate.

Partendo da una preliminare analisi per definire correttamente la grave conflittualità e per differenziarla dalle situazioni di violenza, che necessitano di altre forme di intervento di tutela e protezione, il documento sviluppa una serie di raccomandazioni per impostare in maniera adeguata gli interventi sviluppando due direttrici. La prima riguarda la dimensione della genitorialità e della sua cura, promuovendo la responsabilità genitoriale per tutelare la salute dei figli e soprattutto evitare che diventino oggetto di contesa, diretta o indiretta. La seconda focalizzata sull’ascolto dei bambini, e la comprensione dei loro bisogni, anche quando hanno difficoltà o rifiuto nei confronti di uno dei genitori e sulla cura delle conseguenze, attraverso un percorso di valutazione psicologica per approfondire le modalità con cui affrontano ed elaborano l’esperienza di grave conflitto che stanno vivendo.

Il bambino diventa quindi l’obiettivo di un intervento multifocale ed integrato, che va progettato tenendo il focus su di lui, partendo dalla valutazione attenta della sua condizione emotiva, attenzione che dovrebbe essere garantita anche da una rete inter- istituzionale che ne tutela i diritti, sia nei percorsi di sostegno e cura sia all’interno di contesti complessi come quelli giudiziari.

In chiusura il documento sottolinea come importante necessità l’obiettivo di promuovere la prevenzione anche in queste situazioni, con interventi volti a favorire una “buona separazione”, invece di alimentarne l’escalation del conflitto, anche attraverso la conoscenza di modalità e strumenti innovativi di informazione e formazione per tutti gli attori coinvolti.

A fronte di alcuni progressi nella direzione di una maggiore tutela dei diritti evolutivi e relazionali dei bambini e ragazzi, coinvolti nelle separazioni gravemente conflittuali, ancora molto lavoro deve essere compiuto per garantire una rete di protezione e sostegno in grado di rafforzare una cultura del rispetto dell’infanzia, che il Cismai continua a sostenere e promuovere.

Ringrazio la Commissione Scientifica, in particolare i suoi Referenti Dario Merlino e Monica Micheli, e inoltre Ada Antonelli, Maria Apuzzo, Sara Bajec, Valentina Biscardo, Daniela Diano, Camilla Fuse, Mariano Iavarone, Grazia La Manna, Andrea Marangoni, Ilaria Pardini, Maria Cristina Passanante, Sandra Pasquino, Annarosa Porfilio, Enrico Quarello, Silvia Tenti, Angela Viscosi, Simona Zabini, Sara Silvana Zandali. Un ringraziamento al Consiglio Direttivo e tutti i soci che hanno contribuito ad un confronto prezioso. Questo nuovo documento arricchisce gli strumenti che il Cismai ha prodotto e continua a produrre per affrontare in maniera sempre più attenta e competente le sfide sulla tutela dei bambini e dei ragazzi.

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